L’edema ciclico idiopatico. Realtà o fantasia?

Riassunto L’edema ciclico idiopatico è una sindrome non infiammatoria caratterizzata da un obiettivo incremento ponderale o dalla percezione soggettiva di aumento del peso corporeo per cause non precisate. La sindrome colpisce pressoché esclusivamente il sesso femminile nella vita riproduttiva, e si caratterizza per la sensazione di tensione generalizzata e ritenzione idrica in posizione ortostatica. L’escursione ponderale giornaliera è variabile, ma può raggiungere anche svariati chilogrammi. Poco si sa sulla genesi della malattia, anche se, verosimilmente, numerosi fattori possono concorrere in varia misura, come una attivazione del sistema renina-angiotensina, disturbi ipotalamici, alterazioni dopaminergiche sistemiche o renali e alterazioni anatomiche della parete vascolare con aumento della permeabilità capillare. Non raramente la malattia si instaura in pazienti con disturbi della condotta alimentare o comunque con alterazione del tono dell’umore e spesso è aggravata dall’uso di farmaci (diuretici, lassativi) che, assunti con lo scopo di perdere peso, aggravano poi la sintomatologia iniziale. La diagnosi di edema idiopatico è da porre dopo avere escluso tutte le altre forme note di edema localizzato o generalizzato. I provvedimenti terapeutici sono concentrati sul controllo del peso corporeo tramite una dieta povera di sodio, limitata nei carboidrati e generosa nei liquidi, il mantenimento giornaliero di posizione clinostatica alternat o a lunghe camminate e talora l’elastocompressione degli arti inferiori. Dal punto di vista farmacologico, è stato proposto l’uso di ACE-inibitori o antialdosteronici, senza peraltro durevoli successi, mentre i diuretici dell’ansa, i farmaci dopaminergici e soprattutto le amine simpaticomimetiche sembrano del tutto inutili e talora ricchi di effetti collaterali.