ESPOSIZIONE PROFESSIONALE AD AGENTI CHIMICI NEL COMPARTO DELLA TRASFORMAZIONE DELLE MATERIE PLASTICHE

Introduzione. La matrice polimerica — Così come recita la accezione della parola, la mate- ria plastica è "quel materiale di natura organica ad alto peso molecolare che per riscaldamento diventa pastoso e può essere lavorato a formare oggetti vari, che raffreddandosi induriscono mantenendo la forma ricevuta". In realtà sappiamo quanto più articolata sia la definizione del termine: basti pensare ai materiali elastomerici (gomma naturale) o ai materiali termoindu- renti (detti anche termostabili) che originano da una reazione chimica che li modifica in maniera permanente durante la fusione e che una volta solidificati portano ad un solido che non può più tornare a fondere. Come è noto, la "plastica" è una tra le principali materie prime "inventate" dall'uomo. Il "materiale plastico" è costituito da una resina polimerica e, in genere, da additivi di varia natura. Con il termine resina polimerica si descrive una molecola molto grande for- mata per ripetizione di numerose unità molecolari di partenza chiamate monomeri. Nella sintesi di queste resine si parte pertanto da molecole di basso peso mole- colare, generalmente inferiore a 100 g/mole, le quali polimerizzano, si legano cioè l'una all'altra mediante vari tipi di reazione (policondensazione: formazio- ne del polimero con eliminazione di piccole molecole, come l'acqua; poliaddi- zione: formazione del polimero per successiva addizione di unità molecolari ripetute), per dare luogo a "macromolecole" aventi pesi molecolari dell'ordine delle centinaia di migliaia o milioni di g/mole. Queste macromolecole, inoltre, possono presentare una struttura tridimensionale molto diversificata: da quella strettamente lineare, presente nella maggioranza delle poliolefine (polietilene, polipropilene) o delle poliamidi (nylon, kevlar) a quelle via via più ramificate fino ad arrivare ai reticoli tridimensionali delle resine termoindurenti (fenolo- formaldeide).